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Diversamente dalla morale, il diritto non proclama il bene o il male. Si limita a dare la priorità al giusto, inteso come un atto volontariamente scelto e senza ricadute pregiudizievoli per altri, ma non prende in considerazione il contenuto degli atti stessi. Ciò nonostante, spesso, l’uso individuale del corpo passa sotto il prisma del bene (donare il sangue o un organo è un gesto altruista, la prostituzione è una pratica disdicevole, il cliente di chi si prostituisce va sanzionato, la maternità surrogata andrebbe proibita, i transessuali non devono avere accesso alla procreazione medicalmente assistita, etc.).L’analisi sviluppata nel presente saggio invita a mettere tra parentesi la questione morale (il bene) per approfondire invece la dimensione giuridica delle cose (il giusto). Tale scissione è una sorta di bussola che facilita la comprensione politica di temi profondamente controversi, quali l’aborto, l’eutanasia e molti altri, oggi al centro del dibattito pubblico in vari paesi dell’Europa, ma non solo.