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San Francesco ci fa dolcemente capire che i diritti universali non hanno gerarchia, purché seguano la linea della misericordia, della povertà, della penitenza e dell’amore per Dio e per il Creato.Ci dice di trasformare soprattutto noi stessi, per cambiare il mondo, attraverso una rivoluzione interiore, fondata sulla parola di Dio. E ciò prima della rivoluzione scientifica, sempre più pericolosamente invadente, e allontanando in ogni nostro atto la materiale quantificazione della vita. Occorre insomma un nuovo equilibrio che parta dall’uomo, dal suo animo, dal suo essere, dal suo cuore. Il “ribelle” Francesco è l’uomo più mansueto della storia, sulla scia del “progetto evangelico di Cristo” (Enzo Fortunato) Rileggiamo i testi del Poverello di Assisi, per ritrovare anche noi la via del Signore: quella della fede, della Parola, della misericordia, dell’azzurro del cielo stellato così a lui caro. Diventeremo anche noi più buoni, e forse un po’ come Lui.Con questo Dialogo con San Francesco, ho voluto contribuire a rileggere la grandezza del messaggio del Poverello di Assisi. Da poeta in dialogo con uno dei più grandi poeti universali, che proclama “la poesia della vita” (Davide Rondoni).Tutto è apparso di sconvolgente attualità. Nel mondo della velocità e della globalizzazione, allorché i valori dell’Occidente sembrano ineluttabilmente in declino, nella crisi ambientale, agricola, economica, finanziaria, politica, sanitaria e psicologica, con una mitezza dolcissima, San Francesco ci indica le vie da seguire, per salvarci: essere al servizio di sorella Terra, essere al servizio dell’uomo, essere al servizio della persona, riscoprire e attuare i valori universali della verità, della giustizia, della libertà, dell’amore, della bellezza, del rispetto per l’altro.