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Prima che la grande stagione della storiografia moderna prenda l'avvio, il libro di storia è già una realtà letteraria consolidata, sebbene ancora multiforme. Nella Toscana del '300, intorno alla straordinaria fioritura delle scritture in volgare, prospera una copiosa produzione cronachistica, nutrita dall'umana necessità del «fare memoria» e dalla padronanza diffusa e capillare di una lingua ormai matura. Il lavoro analizza una parte di quelle testimonianze, indagando sul versante linguistico le fasi iniziali di sviluppo del genere storiografico. Si è in particolare interrogato il processo di costruzione di una scrittura orientata in senso storico, mettendo a sistema testi diversi nella ricerca di tratti formali comuni. Lo studio, che si è avvalso degli strumenti della linguistica testuale e dell'analisi del discorso, ha prestato particolare attenzione agli aspetti strutturali ed enunciativi dei testi, approfondendo fenomeni come la deissi e il discorso riportato, insieme agli esiti linguistici dei dispositivi narrativi, argomentativi e valutativi.